rieccoci qui a fare un aggiornamento sulle giornate passate.
27 luglio
Siamo finalmente in forma e abbiamo una gran voglia di metterci in movimento. Cerchiamo una moto tutta la mattina, e ci rendiamo conto che non e cosi facile.
All'ora di pranzo siamo parecchio demoralizzati e appiedati, salta anche la possibilita della moto dell'amico del ragazzo del ristorante. Il giorno precedente abbiamo conosciuto un giovane taxista mussulmano, di nome Hanif, che si e dimostrato molto onesto e con cui siamo rimasti in amicizia. Alla mattina lo abbiamo incontrato e ci ha accompaagnato in giro a cercare una moto.
Per non buttare la giornata decidiamo di chiamarlo e chiedergli se ci puo portare a spituk, un monastero a pochi chilometri da Leh. Hanif passa a prenderci, e tra molte chiacchiere in uno sgangheratissimo inglese (suo e nostro), arriviamo al monastero.
Hanif ci aspetta al taxi e noi abbiamo la fortuna di assistere alla preparazione dei fogli stampati con migliaia di "ohm mani padne um": migliaia di fogli gialli che svolazzano nel cortile, e che andranno a riempire la nuova ruota delle preghiere.
La parte piu antica del monastero, in cima alla montagna, contiene una grande e veneratissima divinita indu...Monastero buddista, divinita indu, come ci viene spiegato con orgoglio dal taxista mussulmano...meraviglie dell'india!
Alla fine della visita e ancora abbastanza presto, e hanif ci fa la sua proposta: fare qualche chilometro in piu e andare a trovare la sorella, nel loro villaggio, per bersi un the assieme.
Ovviamente accettiamo con piacere.
Il resto della giornata passa di casa in casa, a conoscere tutta la famiglia, mangiare albicocche dall'albero, vedere campi ed animali.
Riceviamo inviti a cena e a fermarci a dormire, che non possiamo accettare perche fede sta ancora prendendo medicine e deve tornare alla guest house.
In ogni modo la giornata, iniziata stancamente, si e riempita di emozioni.
Alla sera dobbiamo insistere con convinzione per riuscire a pagare almeno il tragitto fino a spituk, e andiamo a dormire frastornati e contenti.
28 Luglio
Riusciamo a trovare una motina, una piccola Honda, e andiamo verso sud, risalendo il corso dell Indo, per visitare il monastero di Hemis, uno dei piu grandi del Ladakh.
Girare in moto e tutta un'altra cosa, si gusta ogni km di strada, ci si prende il proprio tempo.
Anche se il monastero non e spettacolare come ci saremmo aspettati, la valle in cui si trova e veramente meravigliosa.
Torniamo a casa asciugati dal sole e contenti.
Domani prenderemo la stessa motina, con l'intenzione di tenerla un paio di giorni.
29 Luglio
Abbiamo la moto: piccola Honda, cilindrata presunta 100 cc, forse 150.
Siamo riusciti ad ottenere due caschi quasi decenti.
Abbiamo messo in zaino qualche vestito di ricambio.
Siamo pronti per lanciarci nell'esplorazione della parte nord della valle dell'indo.
Destinazione Lamayuru, se riusciremo ad arrivarci.
Con velocita da Vespa, zaino in spalla (mie spalle), partiamo.
Il primo tratto di strada e dominato da immensi campi militari, ma fatti pochi chilometri il paesaggio diventa grandioso: deserto roccioso, immenso, con strisce di verde rigogliosissimo lungo l'indo e i corsi d'acqua secondari, vere e proprie oasi.
Dopo un ottimo pranzetto a Nimmu, decidiamo di tornare indietro di qualche chilometro per percorrere a ndata e ritorno il tratto di strada che costeggia il fiume zanskar.
Il Canyon e grandioso, i paesaggi si imprimono nella mente e sara difficile dimenticarli.
Poi ci dirigiamo verso Alchi, siamo un po'ottimisti sui chilometri da percorrere e sul tempo che ci resta, e alla fine arriviamo che e quasi buio.
Giusto il tempo di posare la moto e cala la notte, che qua non ti avverte con grande anticipo.
Troviamo una camera in una guest house in una casa tradizionale, riusciamo anche questa volta ad ottenere delle lenzuola pulite e un secchio di acqua calda, doccia, cena e a nanna presto.
fra