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fedefranca

Nei dintorni di Leh, scritto a Leh il 26 luglio 2008

INDIA | Saturday, 26 July 2008 | Views [605]

Poche cose ricordano di essere in India qui. Schiere di venditori Kashmiri omnipresenti, seduti sul marciapiede, che monotoni ti invitano -"look inside"- a guardare le loro mercanzie tutte uguali. I piccoli lustrascarpe che vengono a fare la stagione turistica qui, come i massaggiatori di Calcutta, la polizia e i tanti militari. Per tutto il resto non siamo in India, o meglio, la grande India e' anche questo.
 
Il cielo e' di cristallo, come le cime lontane a 6000 metri, l'aria e' meno devastata dai diesel e dalle solite puzze, sulle case sventolano migliaia di bandierine colorate con le preghiere buddhiste. Stupa o chorten persino sugli spartitraffico. Sono tumuli di mattoni di fango e sassi imbiancati a calce che, ci hanno detto, rappresentano il corpo di Buddha. Spesso se ne vedono 3 allineati: uno giallo, uno bianco e uno blu. Il primo rappresenta l'intelligenza e la conoscenza, quello centrale la compassione, l'ultimo l'energia e la forza.
 
Qui in Ladakh non ci sono architetti. Ciascun ladakho impara o meglio, imparava, a costruire la sua casa con l'aiuto dei vicini e amici vari. Meravigliose semplici grandi case di massimo 3 piani in mattoni di terra cruda, tronchi e rami di salice per i solai e finestre esposte a sud. Tetti piani ricoperti di terra e erba ad essicare d'estate. Ciascuna famiglia possedeva da generazioni qui 3 o 4 ettari di terra tutto attorno per coltivare, pascolare e vivere in completa autosufficienza. Purtroppo ora la speculazione dell'"industria pesante" del turismo fa si che a fianco alle belle case tradizionali sorgano orribili camere da affittare in cemento con i ferri d'armatura che minacciano altri orribili piani sopra a quelli gia' realizzati precariamente.
 
La Womans Alliance Society cofondata da Helen, una signora svedese, qualche decennio fa, si occupa di salvare quanto di bello ci sia della cultura e del modo di vivere ladakho.
 
C'e' anche un centro per l'ecologia che si occupa di uso di risorse ed energie alternative. Purtroppo non hanno completa chiarezza su tutti i problemi da risolvere. Ad esempio come smaltire, alla fine del loro cilo di vita, le migliaia e migliaia di batterie con le quali hanno attrezzato monasteri e case assieme a pannelli solari fotovoltaici.
 
I primi giorni ce la prendiamo comoda. Piccole passeggiate per acclimatarci all'altitudine (3500 msl), grandi cene e risate con i nosti nuovi amici: Marilena, Nicoletta, Laura e Patrick.
 
Proviamo a noleggiare 2 vespe e una motoretta per visitare qualche monastero vicino a Leh. Sono dei catorci, ma non troviamo di meglio. Almeno, con tanta saggia insistenza, riusciamo a ottenere anche qualche provvidenziale casco.
A una vespa si stacca quasi la ruota posteriore, la seconda vespa non ha praticamnete la frizione. La motoretta di marca cinese decide che i giorni della sua frizione sono anch'essi finiti e che il pneumatico anteriore e' sufficientemente liscio per far planare dolcemente Franca e Marilena sull' asfalto. La guida comunque lenta e prudente, i caschi e comunque un po' di fortuna limitano i danni a un gran (mio) spavento e a qualche abrasione sulle braccia di Franca. Marilena non si fa assolutamnete nulla inventando la nuova posizione di Hata Yoga dinamico del grillo che zompetta.
 
Ovviamente riportiamo immediatamente noi stessi e moto a Leh e dopo qualche indecisione se prendercela di piu' con noi stessi o con il nostro noleggiatore risolviamo il tutto lasciandogli anche i serbatoi ancora pieni.  
 
Purtoroppo la schiena di Franca gia' provata dalla jeep riceve un ulteriore innesco con la caduta e inizia a farle davvero male.
 
Io passo almeno 2 giornate tra presunti medici, farmacie che vendono anche tessuti e un vechietto arterisclerotico e semiparalizzato che dovrebbe fare una puntura intramuscolare antiinfiammatoria a Franca.
 
Con un po' di inevitabile millantato credito riesco finalmente a procurarmi il necessario per le iniezioni e Marilena che e' esperta solleva Franca per un po' dal suo problema con una bella iniezione.
 
Data la situazione mi faccio fare un minicorso istantaneo di punture intramuscolare da Marilena, esercitandomi sul materasso della pensione.
 
Ovviamente Franca e' enormemente scettica sulle mie capacita'. Nemmeno il fatto che sappia disegnare come un plotter la rassicura. Invece quando occorre un'altra iniezione Franca nemmeno se ne accorge. Mi sono autopromosso al rango di iniettore intramuscolare indolore. Se avete bisogno chiamatemi, sono pronto, siringa tra i denti.

Tags: leh ladakh

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