“Il Dalai Lama è un terrorista”, “i matrimoni pianificati dalla famiglia sono migliori di quelli liberi”, “un ragazzo che vive a casa coi genitori dopo i 20 anni ha decisamente qualcosa che non va”, “bisogna sposarsi prima dei 30 anni, dopo si è troppo vecchi e nessuno vorrebbe una donna o un uomo troppo anziani”, “mangiare con le mani permette di gustare al meglio le pietanze”.
Quanti fra i lettori hanno avvertito un fastidio allo stomaco leggendo queste affermazioni? Quante menti si sono istintivamente ribellate? Con quanto senso di superiorità vi state chiedendo chi sia il pazzo criminale che ha proferito delle assurdità del genere? Scommetto molti avranno già pronta una lista di giustificazioni che dimostrino la bontà della loro posizione. Udite udite, esistono liste altrettanto lunghe di logiche motivazioni che giustificano le frasi di cui sopra. Questo perché nessuna di loro è stata proferita da una ‘cattiva persona’, da un ignorante o da uno sciocco. E allora come la mettiamo? Difendere le proprie convinzioni è naturale. Partire dal presupposto di aver ragione, e di essere per questo migliori di qualcun altro, è invece controproducente per entrambe le parti in causa. Oggi rimango seria. L’istinto di disdegnare a prescindere posizioni opposte alle nostre è un mostro. E il mostro va ucciso finché è piccolo. Senza se e senza ma.
Si parla molto di leadership in AIESEC. Eppure a volte il significato di questa parola sembra non sia chiaro a molti. Non vuol dire certo imporre le proprie idee agli altri. Ma neppure significa “tollerare” di buon grado le opinioni altrui. Le persone, per essere “guidate”, vanno prima di tutto capite. E per capire seriamente ci si deve aprire; sospendere il giudizio personale. Chissà che aprendosi non si scopra quanto appagante sia portare il cibo alla bocca con le dita; oppure non si trovi il modo per persuadere gli altri a cambiare idea, una volta comprese le loro motivazioni. In entrambi i casi, è sempre la partenza che conta: senza apertura non ci sarà comprensione; senza comprensione, mai vero rispetto.
