Questa sera, sabato 13, sono stato invitato da Smey ad una festa in casa sua.
Smey è il braccio destro di Nick, un Cambogiano di 40 anni, sposato con 4 figli. Come molti Cambogiani della sua età, Smey ha un triste passato: ricorda bene gli anni bui, nell'"anno zero" aveva 7 anni. A metà anni '80 entra a far parte dell'esercito cambogiano. Il soldato era un lavoro ambito, ti garantiva anche se modesta una paga sufficente a vivere. Il problema però era mantenere moglie e figlio, e a metà anni '90 si congeda con il grado di Capitano. Mi racconta che più volte si è trovato nella giungla in mezzo alla guerriglia contro gli oramai fuggiaschi Khmer rossi.
Il futuro del paese si sta delineando: il turismo. Con l'aiuto di qualche amico, riesce a fatica a comprare un tuc-tuc, e le cose iniziano ad andare un po' meglio. Oggi Smey vive nella scuola con la moglie e tre figli. Il quarto, il maggiore, vive vicino a Battambang in un orfanotrofio gestito dallo zio.
Oggi Smey è il direttore della scuola, nonchè tuttofare e aiuto di Nick.
La festa inizia alle 18.30. Al mio arrivo tutti i suoi amici cambogiani sono già arrivati, mancano solo gli altri volontari di cui io sono il primo. La prima cosa che noto sono due enormi casse audio stile balera anni '80, il che mi spaventa molto, un piccolo televisore, mixer, lettore DVD e tre radio-microfoni. Il mio dubbio diventa certezza: KARAOKE KHMER!
Mi invitano a sedere per terra in cerchio accanto a loro e arrivano le prime portate: pesce, verdura, una salsa di carne e del pollo, tutte preparate dalla moglie di Smey. Dopo pochi minuti parte il karaoke: indimenticabile! Volume mostruoso, tutto perennemente distorto, video-clip stile telenovela patinata indiana, con colori fortissimi e attori-cantanti improbabili provenienti da un altro pianeta! Si passano il microfono a turno, ridendo e divertendosi come dei bambini a carnevale, aiutati anche da decine di lattine di Angkor Beer... Il passo per arrivare alle danze è davvero breve: si intrufolano anche i bambini, fino ad ora rimasti a curiosare fuori alle finestre, e inizia il delirio! In meno di un minuto mi ritrovo con un bambino aggrappato ad una gamba, uno che cerca di scalarmi sulla schiena, e un'altro che mi tira i pugnetti proprio lì... mi sembra di essere dentro una gabbia di matti!
Chissà il tutto fino a che ora va avanti, ma io inizio ad essere stancuccio, e verso le 22.00 ringrazio tutti per l'ospitalità e mi avvio sorridendo verso casa.